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Prevenzione e Stimolazione cognitiva

La possibilità di valutare le proprie prestazioni cognitive ha un alto valore preventivo non solo nell’ambito dei processi di invecchiamento fisiologico, ma anche in quelli patologici. In alcuni casi, varie alterazioni che precedono una neurodegenerazione (demenza) possono essere individuate molti anni prima rispetto alla comparsa dei sintomi.
Di solito accade che quando un individuo si rende conto che qualcosa non va (perdita transitoria dell’orientamento, difficoltà a ricordare, difficoltà a trovare le parole, ecc..) e decide di prendersene cura, sono già avvenuti dei processi a cascata a livello cerebrale: ad esempio l’accumulo di proteina beta-amiloide e proteina tau, poi le alterazioni strutturali e funzionali e solo infine i gravi disordini cognitivi. Appunto la possibilità di individuare anni prima una condizione clinica sospetta o un profilo cognitivo a rischio, significa iniziare a prendersene cura precocemente, significa in alcuni casi rallentare la malattia, significa avere la possibilità di pianificare cosa fare dei successivi anni di vita, significa decidere consapevolmente se combattere o lasciarsi andare, significa avere tempo...per costruire o per salutare.

Accanto alle condizioni patologiche, una valutazione neuropsicologica può restituire anche un quadro di assoluta “normalità”. Capita più spesso di quanto si pensi: una persona è convinta di aver sviluppato problemi cognitivi (per lo più di memoria) e ne è molto preoccupata, mentre una valutazione approfondita dimostra un funzionamento assolutamente nella norma.

Potenziamento cognitivo

Le funzioni cognitive possono essere allenate e incrementate nella loro efficienza attraverso programmi specifici e personalizzati che ottimizzano il fenomeno di neuroplasticità cerebrale. Il nostro cervello ha bisogno di una rete di funzioni cognitive efficiente per produrre una performance efficiente.
ll concetto di neuroplasticità è simile al concetto di adattamento e potenziamento motorio. Un cervello allenato, così come un fisico allenato, produce prestazioni migliori a patto che si comprenda cosa allenare, in che modo, in quale sequenza, per quanto tempo, per quale obiettivo. Non esiste un allenamento standard valido per tutti, sarebbe inefficace.

Il potenziamento cognitivo serve ad aumentare le prestazioni per fornire un vantaggio.

Durante i training di potenziamento cognitivo molte persone scoprono di possedere punti di forza inattesi e si stupiscono delle proprie reali potenzialità.

Riabilitazione cognitiva 

Servizio dedicato alle diagnosi psichiatriche e spesso trascurato dai percorsi standard di cura.
Molti disturbi psichiatrici si accompagnano a disfunzioni cognitive, che possono essere più o meno gravi e più o meno reversibili a seconda di diverse variabili (età del soggetto, età di esordio, tipo e severità della diagnosi, scolarità, ecc..). Solitamente si osservano delle difficoltà di attenzione, memoria, pianificazione, ragionamento, cognizione sociale. Spesso il paziente continua a lamentare difficoltà di lettura, calcolo matematico, attenzione o memoria anche dopo aver risolto la sintomatologia clinica.
Le neuroscienze e la ricerca clinica hanno da tempo dimostrato che le difficoltà cognitive accompagnano il disturbo psichiatrico, a volte sono secondarie al disturbo, altre ancora correlano con l’utilizzo prolungato di alcuni farmaci. Invariabilmente persistono se non trattate.
Il miglioramento sintomatologico che molti utenti ottengono nel corso degli anni, purtroppo non corrisponde ad un concomitante miglioramento nella loro prestazione cognitiva. Non a caso la letteratura indica proprio il deficit cognitivo quale causa di maggiore disabilità nelle fasi residuali di malattia.
Un percorso di training cognitivo mirato, specifico e personalizzato può fare una grande differenza nella qualità di vita e aprire insperate opportunità per un individuo con diagnosi psichiatrica, sopratutto nell'ambito lavorativo.